Come sarà la produzione nel 2021? Le 5 tendenze da tenere d’occhio
tratto da https://redshift.autodesk.it/tendenze-produzione-2021/
Dall’automazione e le catene di fornitura resilienti ai prodotti personalizzati e intelligenti, ecco le tendenze della produzione dal 2021 in poi.
Anche prima del 2020, erano già stati avviati tanti processi di convergenza tra il fisico e il digitale nell’industria manifatturiera. Cambiamenti che peraltro non accennano a esaurirsi. Le dinamiche legate agli effetti della Brexit, le nuove ondate di lockdown e l’impatto crescente della digitalizzazione sulla vita e sul lavoro minacciano di continuare a scuotere alle fondamenta la produzione nel 2021. Ecco le cinque tendenze della produzione che continueranno a delineare il futuro.
Anche dopo un periodo di crisi che ha visto l’industria manifatturiera italiana chiudere l’anno con un calo tendenziale del giro d’affari del 10,2% secondo un’analisi Prometeia-Intesa (pari a 132 miliardi di euro in meno rispetto al 2019) – c’è ancora speranza. Nella seconda parte dell’2020, infatti, il giro d’affari si è sostanzialmente riportato sui livelli pre-pandemia. Tuttavia, il 2021 non sarà senza la sua parte di sfide.
Ancor prima che la pandemia distruggesse piani e obiettivi, i produttori facevano fatica a mantenere l’efficacia dei costi mentre attuavano o si preparavano ad adottare le iniziative di digitalizzazione dell’Industria 4.0. Nel 2021, l’industria manifatturiera continuerà a fare i conti con la crisi economica, l’evoluzione del comportamento dei consumatori e i cambiamenti nei modelli di commercio globale.
In Italia, dove stiamo prendendo delle decisioni su come spendere i 196 miliardi del Recovery Fund dell’Unione europea per dar corpo al Recovery Plan italiano, ci saranno rischi da mitigare ma, soprattutto, opportunità da cogliere man mano che l’industria reimmagina il nuovo possibile.
Ecco le cinque tendenze della produzione manifatturiera che continueranno a delinearsi nel 2021, con alcune riflessioni sulle possibili risposte dell’industria.
1. Maggiore richiesta di prodotti su misura
La personalizzazione di massa non è di certo una novità, ma la richiesta di prodotti personalizzati è in aumento. Nei mercati saturi, trovare una nicchia per un prodotto e è sempre più difficile. Inoltre, il 2020 ha reso i consumatori estremamente consapevoli delle funzionalità a cui tengono di più. Dai beni di consumo ai macchinari industriali, i clienti esigono prodotti in grado di rispecchiare le loro esigenze individuali.
Quest’anno i produttori dovranno trovare il modo di soddisfare un mercato ancora più affamato di personalizzazioni su vasta scala. Dovranno farlo pur preservando la propria redditività, nonostante il costo artigianale che accompagna la produzione su misura. Al contempo, i team di progettazione e produzione dovranno evitare di cadere vittime di sistemi di sviluppo del prodotto sovraccarichi di richieste di customizzazione, che possono creare delle strozzature e uccidere l’innovazione. Fortunatamente, man mano che la domanda prende forma, ci sarà l’opportunità di rivedere sia i prezzi che la realizzazione. Dopo tutto, la ricerca mostra che i consumatori saranno disposti a pagare in media il 20% in più per prodotti su misura e ad aspettare più a lungo per averli.
2. L’ascesa dei prodotti intelligenti
I consumatori stanno sviluppando rapidamente nuovi comportamenti e le loro aspettative aumentano a un ritmo più veloce di quanto la produzione possa sostenere. Dei 30.000 nuovi prodotti introdotti sul mercato ogni anno, circa il 72% non riesce a raggiungere gli obiettivi di redditività.
Dopo lo shock del 2020, i consumatori vogliono vivere una vita migliore, quindi tutto ciò che acquistano deve aggiungere valore. Ma cosa crea valore? I produttori devono mettersi all’ascolto dei fruitori finali per conoscere la risposta.
Nel 2021, i produttori non solo dovranno concentrarsi su concetti quali megadati e IoT, ma dovranno migliorare anche l’interpretazione dei dati già in loro possesso. Potranno utilizzarli per sviluppare prodotti più intelligenti, corredati con pacchetti di vantaggi e servizi estesi che si rifletteranno sulle preferenze dei consumatori. Piuttosto che ai prodotti, i produttori dovrebbero pensare a interi ecosistemi, ai quali collegare applicazioni o funzionalità software, o a nuovi modelli di abbonamento capaci di garantire entrate (e dati) ricorrenti.
Nel frattempo, i designer del prodotto dovranno prestare la massima attenzione alla “customer experience”. Anziché concentrarsi su forme, funzionalità e vantaggi nuovi, avranno bisogno di un flusso di informazioni aggiornate da parte di clienti e fornitori, di analisi per comprendere il significato dei dati e di strumenti per applicare quanto appreso alla progettazione.
3. L’uso di dati per guidare l’automazione
L’automazione delle attività ripetitive è già ben radicata nei paesi più ricchi, in particolare nei mercati verticali come il settore automobilistico che vantano prodotti standard o produzioni in serie.
Nel 2021 la sfida consisterà nell’applicare l’automazione ai mercati definiti da tendenze quali la customizzazione di massa, dove molti processi e molti schemi non possono essere pre-programmati. Ad esempio, l’automazione potrà essere utilizzata per dedicarsi a intere categorie merceologiche piuttosto che a singoli capricci individuali, agevolando i produttori nella creazione di prodotti personalizzati pur rimanendo efficienti. Per raggiungere questo obiettivo, i sistemi di automazione dovranno essere alimentati con i dati attualmente presenti nei silos tecnologici della produzione che risiedono su macchine singole o all’interno di soluzioni software disconnesse.
L’applicazione di nuovi livelli di automazione oltre la catena di montaggio potrà anche diventare un fattore chiave per conseguire nuove efficienze. Nella fase di progettazione, ad esempio, una più ampia adozione del generative design contribuirà ad automatizzare la risoluzione dei problemi, permettendo a ingegneri e progettisti di concentrarsi su attività a valore aggiunto.
Se c’è un consiglio da dare, è quello di evitare di considerare l’automazione come un rimedio universale per risparmiare sui costi. Nella catena del valore della produzione gli esseri umani rappresentano un altro tipo di silo di dati, e le informazioni e l’esperienza racchiuse nelle loro menti sono inestimabili. I produttori dovranno bilanciare il lavoro della macchina e quello dell’uomo o cadranno nella trappola di racconti ammonitori come la sovra-automazione nella produzione della Tesla Model 3, che ha portato a gravi ritardi.
4. Resilienza della catena di fornitura
Quando quest’anno la pandemia ha sconvolto i rapporti con i fornitori, d’impulso si è dato per scontato che l’approvvigionamento sarebbe semplicemente tornato come prima nel futuro. Niente di più inesatto. Anche quando i fornitori locali dispongono delle merci – e della capacità di acquisire nuovi ordini – restrizioni quali il lockdown possono tenere le persone lontane dai luoghi di lavoro e impedire l’accesso ai materiali.
Le catene di distribuzione devono essere flessibili quanto basta per adeguarsi agli alti e bassi aziendali: il 2020 ha dimostrato quanto siano diventate fragili dopo anni di implacabile ottimizzazione dei costi e quanto i produttori dipendano ancora da fornitori strategici che non possono essere sostituiti facilmente. Nel 2021, i produttori dovranno adottare misure idonee a rafforzare la resilienza della catena di fornitura. Rivedere il rapporto con i fornitori per individuare le capacità critiche potrebbe servire a proteggersi dall’impatto delle interruzioni operative.
Le aziende possono investire in una maggiore connettività digitale con i fornitori strategici per rafforzare la collaborazione. Possono anche adottare misure adeguate per ripartire il rischio dei periodi di inattività operativa trovando fornitori di riserva per i materiali, i servizi o i componenti più essenziali. Investire in una serie di competenze digitali che supportino una maggiore condivisione delle informazioni assumerà un’importanza tutta nuova. I produttori potrebbero prendere in considerazione l’idea di un’offerta formativa destinata ai fornitori strategici chiave per aiutarli ad adattarsi ai nuovi strumenti di comunicazione e collaborazione.
5. Collaborazione intersettoriale
Gli edifici sono soltanto prodotti molto grandi? L’industria delle costruzioni sembra pensarla così e, sotto questo profilo, sta prendendo in prestito molte idee dal settore della produzione, adottando strumenti, processi e metodi di lavoro in grado di ridurre costi e inefficienze. Questo ha portato a una maggiore collaborazione intersettoriale in ambiti come quello dei dati e sta anche influenzando il modo in cui i progetti di costruzione vengono eseguiti. L’edilizia industrializzata ha portato a una maggiore prefabbricazione dei componenti edilizi per il successivo assemblaggio in loco, con un richiamo diretto ai processi di produzione.
Per i produttori, una maggiore convergenza potrebbe portare a catene di approvvigionamento più solide. Anche l’edilizia sta rendendo il settore più agile, creando fabbriche modulari che possono essere ristrutturate e reingegnerizzate rapidamente per creare lotti più piccoli di prodotti di alto valore.
I designer stanno creando prodotti dotati di aspetti strutturali e gli architetti stanno costruendo strutture che funzionano come prodotti. I produttori dovrebbero cercare di reclutare set di abilità complementari tra i due settori.
La collocazione dei dati al centro del processo di sviluppo del prodotto ha anche portato alla convergenza tra progettazione e produzione, creando un’esperienza comune di dati nel cloud centralizzato all’interno di strumenti software e una migliore collaborazione tra i vari reparti, dalla fabbrica alle alte sfere aziendali. Questa convergenza guidata dai dati può accelerare in modo esponenziale lo sviluppo del prodotto, abbattendo i silos di comunicazione tra i reparti e sbloccando il potenziale per una maggiore automazione, che, a sua volta, aumenta la produttività riducendo i ritardi del lavoro manuale.
Le tecnologie di automazione quali il generative design sfruttano l’intelligenza artificiale (AI), il cloud computing e i dati per automatizzare diversi aspetti della progettazione e della produzione, rendendo al contempo più labile il confine tra le due discipline. Esiste anche un enorme potenziale per ridurre gli sprechi riducendo il materiale utilizzato e spostando un numero maggiore di processi di collaudo e convalida dagli ambienti fisici a quelli simulati.
Queste convergenze puntano al futuro del lavoro, quando i progettisti potranno liberarsi delle attività manuali più banali e dedicare più tempo all’innovazione. I dirigenti avranno maggiore libertà di movimento per concentrarsi sulla crescita del business. I professionisti della produzione acquisiranno nuove competenze lavorando a fianco della robotica e dell’automazione, rimanendo connessi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, all’intera filiera.
Poiché un numero maggiore di elementi di costruzione vengono prodotti in ambienti controllati e la robotica edilizia specializzata agevola il duro lavoro manuale, i lavoratori godranno di condizioni più sicure e meno debilitanti dal punto di vista fisico. E per tutti i dipendenti coinvolti, il filo conduttore di una comune esperienza di dati renderà il lavoro a distanza – con l’aggiunta utility degli strumenti di realtà aumentata, mista e virtuale – più efficiente, che sia necessario o solo desiderato.
As more elements of construction are manufactured in controlled environments and specialized construction robotics aid in tough manual labor, workers will enjoy safer and less physically debilitating conditions. And for all employees involved, the through line of a common data experience will make remote work—with the added utility of augmented-, mixed-, and virtual-reality tools—more efficient, whether it’s simply desired or required.
Tendenze della produzione 2021: l’anno della digitalizzazione
Il filo conduttore della digitalizzazione attraversa tutte queste tendenze del 2021. Questo sarà l’anno in cui i produttori si renderanno conto che la trasformazione digitale non si limita alle applicazioni di produzione collaborativa, tipo i robot, ma si applica all’intero ciclo di vita aziendale: ideazione, progettazione, ingegnerizzazione, produzione e customer experience, fino alla gestione e al funzionamento. Grazie all’ampia capacità di ridurre gli sprechi di materiale, di consentire collaborazioni a distanza e di innescare ulteriori efficienze, la trasformazione digitale è la chiave per la trasformazione sostenibile dell’industria.
Quest’anno i produttori avranno bisogno di una strategia digitale in grado di superare le sfide della globalizzazione, della personalizzazione, della resilienza e della complessità e di eliminare il più possibile le congetture dallo sviluppo dei prodotti.