Articolo tratto da http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/
Il primo gradino sarà la costituzione di alcuni gruppi di lavoro, che avranno il compito di approfondire le diverse questioni poste dal Building information modeling
Il primo gradino sarà la costituzione di alcuni gruppi di lavoro, che avranno il compito di approfondire le diverse questioni poste dal Building information modeling. I fronti da analizzare sono almeno sei: la parte tecnica, per verificare in che modo rendere il Bim digeribile a professionisti, imprese e stazioni appaltanti; la parte normativa, per analizzare i profili di incertezza nascosti tra le pieghe delle leggi italiane; la parte strategica, per studiare come implementare concretamente il Bim nel nostro sistema di stazioni appaltanti; la parte formativa, per approntare la strada più rapida per consentire un rapido aggiornamento di tutti i soggetti coinvolti; la standardizzazione, per verificare tutte le metodologie oggi disponibili; i rapporti internazionali, per mettersi in contatto con chi sta facendo un lavoro simile in altri paesi.
Una volta costituiti i gruppi di lavoro, gli esperti della commissione apriranno un ciclo di audizioni: nel decreto tra i soggetti da sentire sono citati, a titolo di esempio, Oice, Rfi, Anas, Ance, Anie, Anima, Federlegno arredo, Federbeton, Federcostruzioni, Finco, Uni e Anci. A valle di questa fase, poi, saranno individuati dei progetti pilota: alcune stazioni appaltanti cominceranno a sperimentare il sistema, mettendo a disposizione di tutti la loro esperienza. Tutto questo sarà fatto in una prospettiva di medio termine: il lavoro della commissione, a supporto delle Pa, durerà almeno tre anni.
Si tratta di un importante passo in avanti nell’attuazione del nuovo Codice degli appalti, approvato in aprile, per favorire l’innovazione nella progettazione.
I lavori della commissione, infatti, saranno molto importanti nel definire in che modo il BIM andrà utilizzato negli appalti pubblici e nel favorire la sua adozione.